Che cos’è il diabete mellito

Per diabete mellito si intende un insieme di condizioni morbose caratterizzate dalla presenza nel sangue di elevate concentrazioni di glucosio (iperglicemia), ed altre alterazioni metaboliche, conseguenti ad una carenza assoluta (diabete tipo 1) o relativa (diabete tipo 2) di insulina, di quell’ormone cioè che rappresenta il principale regolatore del metabolismo degli zuccheri, consentendone l’ingresso nelle cellule onde fornire loro l’energia necessaria a svolgere tutte le complesse reazioni metaboliche.
La forma decisamente più frequente è il diabete mellito di tipo 2 e di questo e della possibilità di prevenirlo e curarlo si parlerà in seguito.
È diabetico il 4,8% degli italiani pari a circa 3.000.000 di persone in costante aumento nel corso degli anni.

Perché:

il diabete mellito di tipo 2 è malattia trasmissibile perché trasmissibili sono i geni che predispongono alla malattia e trasmissibile è lo stile di vita malsano che ha” infettato”la società moderna. Quest’ultimo è una sorta di virus che sta diffondendosi lentamente e silenziosamente, come sta dilagando il diabete.

Diagnosi quando:

  1. Sintomi di diabete ( polidipsia , poliuria , polifagia e dimagrimento) + valore occasionale in qualsiasi momento di glicemia > 200 mg/dl
  2. Glicemia a digiuno >= 126 mg/dl
  3. Glicemia dopo 2 ore dal carico orale di glucosio (OGTT) >= 200 mg/dl
  4. Emoglobina glicosilata >= 6,5%

 

È necessaria la collaborazione del paziente per la diagnosi:

Talvolta il diabete mellito viene diagnosticato dall’oculista attento che, ad un controllo occasionale, riscontra sul fondo dell’occhio i danni di una glicemia alta da anni e non conosciuta; altre volte è in unità coronarica che si scopre di essere diabetici. Ma se ognuno ascoltasse il proprio corpo o fosse attento ad alcuni segni o sintomi la diagnosi sarà facile e precoce:

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Perché diagnosticare precocemente e curare bene il diabete mellito, le complicanze croniche:

Valori di glicemia troppo alti danneggiano, negli anni, i cosiddetti ”organi bersaglio” (rene,apparato cardiovascolare,occhio,sistema nervoso,piede ) dando luogo alle “complicanze croniche” della malattia diabetica compromettendo il micro ed il macro-circolo arterioso. Spesso si associano, nello stesso individuo, altri fattori di rischio che è assolutamente necessario tenere sotto controllo ( colesterolo, fumo,ipertensione arteriosa ecc). Molte condizioni associate concorrono a complicare la vita del paziente con diabete mellito aumentando la possibilità di sviluppare complicanze croniche:

La comparsa delle complicanze croniche richiede una maggiore abilità sia da parte del medico che del paziente nella gestione di un quadro clinico che , talvolta, può diventare assai complesso.

La presenza di più specialisti , di tanti farmaci e di ausili tecnologici concorrono a migliorare la qualità e la durata della vita del paziente con diabete.

Basti pensare alla possibilità di riaprire vasi arteriosi ostruiti da placche o trombi ( procedure endovascolari di angioplastica o chirurgiche ) per prevenire l’infarto , l’ictus e l’ischemia critica degli arti inferiori; alla possibilità di trattamento laser per la cura della retinopatia che ha dimezzato i casi di cecità; all’uso di ortesi e calzature adeguate ma anche alla cura del podologo esperto che sono in grado di ridurre o limitare marcatamente le amputazioni; l’intervento del nefrologo aiuta a rallentare la progressione del danno renale verso la dialisi; il neurologo,il cardiologo,l’oculista, il chirurgo plastico ,il chirurgo dei trapianti ecc….., insomma tanti specialisti in soccorso del paziente diabetico in difficoltà.

Il piede diabetico: le persone con diabete hanno un rischio più di sviluppare problemi ai piedi.

Elevati livelli di glicemia possono danneggiare nervi e vasi sanguigni senza sintomi dolorosi.

Neuropatia: se i livelli di glicemia si mantengono elevati per un lungo periodo, i nervi possono subire danni. La neuropatia si manifesta con una perdita della sensibilità alle gambe ed ai piedi ma anche con dolori , specie notturni,o con senso di fastidioso bruciore. In queste condizioni un trauma anche piccolo e non avvertito dal paziente ( calzatura troppo stretta) può causare una lesione ( ulcera).

Vasculopatia periferica: predispone alla comparsa dell’ulcera e si associa ad una incidenza 2 – 4 volte superiore di amputazione
L’associazione nello stesso paziente di entrambe ( neuropatia e vasculopatia) mazcherando il dolore aumenta il pericolo di lesioni.

Malformazioni del piede : alterano i punti di appoggio plantare e la biomeccanica del piede ; in presenza di vasculopatia e di neuropatia, aumentano il rischio di comparsa dell’ulcera da semplici duroni o callosità. La scelta delle calzature e la cura del piede da parte del podologo,sono fondamentali nella prevenzione.
Se si soffre di diabete da più di 10 anni e si hanno più di 60 anni, il rischio di sviluppare il cosiddeto piede diabetico è più alto

Cosa è utile che faccia il paziente :

  • osservare il piede ogni giorno per rilevare anomalie ( lesioni,ipercheratosi ecc.. ) anche con l’ausilio di uno specchio per ispezionare la pianta del piede.
  • Evitare pediluvi,applicazioni di borse dell’acqua calda o altre fonti di calore.La ridotta sensibilità per neuropatia fa rischiare ustioni senza provare dolore.
  • Indossare calzature comode senza cuciture sulla tomaia. Esistono molti negozi specializzati..Indossare sempre le calze. Non camminare mai a piedi nudi neanche in casa.
  • Prima di indossare una calzatura verificare sempre che all’interno la superfice sia liscia priva di corpi estranei ( sassolini, chiodi ).
  • Dopo aver lavato i piedi, asciugare con cura tutte le pieghe tra le dita.
  • Tagliare e limare con cura le unghie.
  • Usare una semplice crema idratante in caso di pelle secca ( no tra le pieghe delle dita )
  • Far fare ad uno specialista ( medico, podologo) un attento esame del piede per valutare la sensibilità , la presenza dei polsi arteriosi e la comparsa di lesioni da sovraccarico almeno ogni anno. Serve a stratificare il rischio

 

La parola chiave è sorveglianza attenta della glicemia e di tutti i fattori di rischio associati e periodica degli organi bersaglio perché la diagnosi precoce di una complicanza permette di limitare i danni, ma ancor prima è fondamentale la consapevolezza che il paziente stesso è il gestore più importante della malattia diabetica

In chi cercare il problema

  • Familiarità per diabete (genitori, fratelli, figli)
  • Obesità o sovrappeso associate a sedentarietà
  • Razza (afro-americani, ispano-americani, nativi americani e di alcune isole del Pacifico)
  • Età > 45 anni
  • Storia di IGT o IFG
  • Ipertensione arteriosa
  • Dislipidemia (TG > 250 mg/dl, HDL < 40 mg/dl)
  • Storia di diabete mellito gestazionale o macrosomia fetale
  • Condizioni associate a resistenza insulinica (PCOs)

Si può prevenire:

l’unico “vaccino” su cui possiamo fare affidamento è la maggiore conoscenza della malattia. Conoscendola, i non diabetici potrebbero riuscire ad evitarla e le persone con diabete potrebbero gestirla meglio:

  • La comparsa del tipo 2 è influenzata da fattori genetici ma soprattutto comportamentali , su alcuni dei quali è possibile intervenire per ridurre il rischio di sviluppare malattia
  • È possibile impedire o comunque rallentare la comparsa di diabete tipo 2 in soggetti a rischio (obesi, IGT, ecc.) con programmi di modifiche dello stile di vita (dieta, attività fisica, calo ponderale).
  • Le modifiche dello stile di vita rappresentano l’obiettivo principale nelle prevenzione del diabete.
  • Quindi l’obesità e la sedentarietà sono le principali condizioni da modificare per prevenire il diabete mellito di tipo 2
  • Un bambino su tre presenta una condizione di sovrappeso corporeo, mentre uno su dieci è affetto da obesità e l’inattività fisica è molto diffusa anche in giovane età
  • Una alimentazione in eccesso rispetto ai bisogni reali, troppo ricca in zuccheri semplici , bevande dolci , alcol , grassi saturi crea una condizione di sovrappeso o di obesità che condiziona lo sviluppo del diabete mellito in soggetti geneticamente predisposti

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gravidanzaIl diabete gestazionale o diabete mellito che compare in gravidanza:

È una particolare forma di diabete che compare in gravidanza e, quasi sempre, scompare dopo l’espletamento del parto. Non riconoscerlo e non controllarlo vuol dire mettere a rischio madre e feto.
Prevenire il diabete mellito in gravidanza è condizione possibile e doverosa nell’interesse della madre e del nascituro; individuarlo e gestirlo, quasi sempre con la sola dieta, è cosa facile.
Tra il 12 ed il 14% delle gravidanze è complicato da diabete gestazionale.
È sufficiente un regime dietetico adeguato e controllato fin dalle prime settimane di gestazione per raggiungere l’obiettivo di prevenzione.

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Quali parametri bisogna monitorare per tenere sotto controllo il diabete mellito e prevenire le complicanze croniche?

Certamente la glicemia a digiuno e 2 ore dopo il pasto, ma anche l’emoglobina glicata (HbA1c che ci da informazioni sulla glicemia media degli ultimi 90-120 giorni), il colesterolo LDL,i trigliceridi, la pressione arteriosa la perdita di proteine nelle urine (microalbuminuria), il peso corporeo, la pressione arteriosa, una attenta e periodica sorveglianza degli” organi bersaglio“, evitare il fumo.

I valori di riferimento per valutare il controllo metabolico variano da paziente a paziente; necessariamente, terranno conto del rapporto rischio / beneficio che è opportuno ottenere per il soggetto in esame, ma abbassando HbA1c si riducono i rischi delle complicazione croniche.

Si può curare:

Le persone con diabete devono ricevere un’educazione all’autogestione del diabete; è un processo di facilitazione delle conoscenze, abilità e comportamenti fondamentale nella cura della malattia e nella prevenzione delle sue complicanze.

L’approccio cognitivo comportamentale è vincente nella modificazione dello stile di vita.

I cardini della terapia: la dieta, l’attività fisica , i farmaci.

La dieta

Una corretta alimentazione è fondamentale nella prevenzione e nella cura dei pazienti con diabete mellito

Una dieta sana dovrebbe includere cibi che contengono carboidrati.

Non ci sono evidenze che l’abituale apporto di proteine debba essere modificato se la funzione renale è normale.

I grassi saturi dovrebbero costituire meno del 10% dell’apporto energetico totale

L’apporto di colesterolo nella dieta dovrebbe essere < 300mg/die.

Una dieta sana dovrebbe includere cibi che contengono carboidrati.
Non ci sono evidenze che l’abituale apporto di proteine debba essere modificato se la funzione renale è normale.
I grassi saturi dovrebbero costituire meno del 10% dell’apporto energetico totale.
L’apporto di colesterolo nella dieta dovrebbe essere < 300mg/die.

Attività fisica raccomandata

Aerobica, di intensità adeguata al singolo paziente,almeno tre volte alla settimana, almeno 30 minuti per seduta (regola dei 10.000 passi).

Farmaci

I farmaci:

la possibilità di disporre, oggi, di tante classi di farmaci mette a disposizione del medico l’opportunità di una terapia sartoriale e di studiare per ciascun paziente quella più adeguata, meglio tollerata e con minori effetti collaterali. Poiché la scelta dei farmaci deve tener conto di tanti fattori, solo il medico può scegliere e prescrivere il farmaco o l’associazione dei farmaci adeguati al caso e la trattazione di tale argomento esula da questa illustrazione divulgativa.

Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia prevedibile, prevenibile, ampiamente curabile , così come prevenibili, spesso prevedibili e sempre curabili sono le complicanze croniche.